Quali bombe atomiche tattiche userebbe la Russia e i danni per l'Ucraina
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Quali bombe atomiche tattiche userebbe la Russia e i danni per l’Ucraina

Energia nucleare

Bombe atomiche da parte della Russia? Pericolose sì, ma i danni sarebbero minori di quelli provocati su Hiroshima.

La Russia potrebbe usare delle bombe atomiche tattiche e la probabilità preoccupa tutto il globo. Nonostante i danni potrebbero essere di grandi livelli, non sarebbero comunque paragonabili a quelli di Hiroshima. Gli esperti dichiarano con appositi dati le conseguenze e i danni di un’eventuale guerra nucleare da parte della Russia.

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Allarme bomba atomica

Da quando è iniziata la guerra in Ucraina, la possibilità che Mosca si avvalesse delle armi nucleari non è mai sparita. A fine febbraio Putin ordinò di mettere in stato di massima allerta le forze russe nucleari, dopo le sanzioni severe arrivate dall’Europa contro l’economia russa. Con gli anni le armi in questione hanno avuto una potenza sempre maggiore, ma al momento riceve più attenzione l’utilizzo delle cosiddette armi nucleari tattiche. Che potenza hanno queste armi e quali danni provocherebbero ai territori colpiti?

Secondo Ulrich Kühn, esperto nucleare dell’Università di Amburgo, Putin potrebbe sparare con un’arma in un’area disabitata invece che contro le truppe. D’altra parte il generale Leonardo Tricarico invece pensa che Putin possa “colpire un obiettivo militare ucraino al fine di dimostrare l’efficacia e la precisione delle armi a sua disposizione”.

Quali tipi di bombe atomiche

La Russia è in possesso di circa 4.500 testate nucleari e oltre duemila sarebbero quelle considerate “tattiche”. Queste possono essere lanciate mediante missili a corto raggio, in grado di fare danni ben più gravi di una bomba convenzionale.

Secondo il generale Tricarico, i russi potrebbero optare per ordigni con capacità di esplosione inferiore a quella usata per Hiroshima (15kton), garantendo la distruzione assoluta in un raggio di qualche centinaio di metri fino a un chilometro e mezzo. Risulta invece difficile calcolare la ricaduta radioattiva che dipende da diversi fattori, a partire da dove viene detonata la bomba.

La potenza delle bombe atomiche

Attraverso l’utilizzo di un simulatore (Nukemap) è possibile rilevare la potenza distruttiva delle armi e calcolare eventuali scenari di guerra da parte. Ad esempio, una bomba di 0,3kton avrebbe una potenza distruttiva capace di devastare il centro storico di Milano. Invece, la bomba atomica di Hiroshima di 15kton, devasterebbe l’intera città e la prima periferia.

Le conseguenze sui territori colpiti

Un’arma nucleare tattica potrebbe produrre una palla di fuoco, onde d’urto e radiazioni mortali che causerebbero danni alla salute a lungo termine nei sopravvissuti. Ma quali sono le conseguenze sulle ricadute radioattive sui territori?

Secondo il fisico Enrico D’Urso “questa guerra ha numeri di truppe troppo bassi perché una singola bomba del genere possa avere un effetto strategico sul fronte”. Il fisico mostra l’esempio dell’operazione Federico II da parte dei tedeschi contro l’Unione sovietica durante la Seconda guerra mondiale, la quale ha avuto più di un milione di uomini. Oggi gli ucraini invece hanno usato molte meno truppe.

Dal punto di vista della pericolosità sui civili, si assicura che se questi restassero dentro le loro case potrebbero non subire danni. “Poi tutti quelli che si troverebbero più distanti non avrebbero praticamente effetti da radiazioni, mentre i vetri rotti provocherebbero la maggior parte dei danni”. Le contaminazioni delle acque e delle coltivazioni circostanti poi sarebbero presenti ma non con una gravità rilevante.

Come comportarsi?

In caso di una guerra nucleare, il primo passo è quello di restare nelle abitazioni con porte e finestre serrate, e con i sistemi di ventilazioni o condizionamento spenti. Questo per evitare l’inalazione e l’irraggiamento esterno di materiale radioattivo.

In secondo luogo sarà necessario munirsi di compresse di ioduro di potassio. Serviranno a impedire l’assorbimento di quello radioattivo da parte della tiroide e a prevenire quindi la malattia. Il periodo ottimale di assunzione di iodio rientra tra le (meno) di 24 ore prima e fino a due ore dopo l’inizio previsto dell’esposizione.

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ultimo aggiornamento: 4 Ottobre 2022 14:53

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